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July 16, 2020

In difesa della bellezza: quando la cooperazione ci restituisce un patrimonio prezioso

Martedì 24 giugno a Palazzo Pitti è stata inaugurata una nuova mostra dal titolo “Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri” (che sarà aperta fino al 4 ottobre 2020), organizzata dalle Gallerie degli Uffizi, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e con il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Alla conferenza sono infatti intervenuti gli esponenti delle tre prestigiose istituzioni: il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, il generale Roberto Riccardi, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la prof.ssa Sonia Chiodo, curatrice della mostra e una tra i massimi esperti in Storia della Miniatura. 

La mostra è stata l’esito di un laboratorio didattico della Scuola di Specializzazione in Beni Artistici, corso biennale di alta formazione dell’Università di Firenze. Un giovane team di ricerca, composto da tredici storici dell’arte, sotto la guida appunto della prof.ssa Chiodo, hanno studiato circa sessanta pagine miniate che sono state recuperate dai Carabinieri del Nucleo Tutela. Una sinergia di forze e di competenze che hanno cooperato non solo all’allestimento espositivo e ma soprattutto allo studio, al recupero e alla valorizzazione di queste preziose opere d’arte cartacee. Le pagine manoscritte e i cuttings facevano tutti parte di corali liturgici, grandi libri dedicati ai canti della Messa e delle preghiere quotidiane, riccamente decorati di miniature. 

I corali hanno subito furti e sono stati violati nella loro integrità. Molti fogli sono stati strappati o tagliati, rubati, venduti in gruppi, completamente privati del proprio contesto e infine dispersi. Come ha precisato la prof.ssa Chiodo: 

“Le pagine recuperate sono vittime di un naufragio, ma dobbiamo tenere presente che ciò che manca non è perduto ma soltanto disperso. Da qualche parte nel mondo è ancora conservato da qualcuno, che forse inconsapevolmente, ne detiene illecitamente la proprietà”

La mostra è divisa in sei sezioni, corrispondenti ai luoghi di provenienza delle pagine dei corali: i conventi francescani di Pistoia e di Poggibonsi; la pieve di Castelfiorentino; la chiesa di Santo Stefano al Ponte di Firenze; le abbazie benedettine di San Pietro e di Montemorcino a Perugia. Lo studio storico-artistico è stato il presupposto fondamentale per le indagini e si è occupato della ricostruzione dei frammenti. Oltre che dalla bibliografia e dalle fotografie occorre partire dal dettaglio superstite per creare nuovamente l’insieme perduto, che deve essere studiato cercando di capire e di riconoscere la morfologia del corale; così come lo specchio di scrittura, articolato dalla parte musicale e da quella testuale e di ricomporre la scansione liturgica dei graduali e degli antifonari. 

Uno studio interessante che non si limita alla parte teorica della Storia dell’Arte ma che richiede di scendere in campo e di conoscere dal vivo le pagine nei luoghi in cui sono conservate. Personalmente mi sono occupata della serie di 22 corali proveniente dall’abbazia olivetana di Montemorcino a Perugia, trasferiti nella casa madre dell’Ordine a Monte Oliveto Maggiore (Asciano) il 4 agosto del 1821. Il mio gruppo di ricerca era composto da altre tre colleghe, le dottoresse Beatrice Molinelli, Giulia Spina e Alice Stivali. Ricostruire l’intera serie ormai dispersa non è stato semplice anche per la spregiudicatezza del furto, avvenuto alle prime ore del 7 maggio del 1975, che ha compromesso irreversibilmente l’unità della serie fatta di immagini, parole e musica. 

I ladri rubarono sedici pesanti corali dalla biblioteca dell’abbazia lasciandone quattro durante la fuga. Alcuni mesi dopo sono stati ritrovati i resti di questi libri nel letame, privati della legatura originale quattrocentesca, della coperta e ovviamente di tutte le miniature. La nostra ricerca si è basata sulle fotografie precedenti al furto, sulla bibliografia e sullo spoglio dei cataloghi d’asta. Il lavoro è poi proseguito con lo studio del contenuto liturgico e con l’analisi stilistica delle piccole opere d’arte miniate, fortemente influenzate dalla maniera pittorica di Perugino e Pintoricchio. 

Siamo riuscite così a individuare e ricollegare altri nuovi frammenti di questa importante serie umbra e individuare un corale, contente l’Officio dei Morti, che era considerato disperso e ora ricongiunto alla serie per cui era stato realizzato. Queste miniature sono ancora più preziose in quanto evocative di una storia perduta. Sono infatti l’unica testimonianza rimasta dell’abbazia benedettina di Montemorcino, costruita su volere del cardinale Niccolò Capocci entro il 1371, della quale resta solamente un lato del chiostro a seguito della demolizione avvenuta nel 1739. 


La mostra si presenta dunque come un esempio concreto e riuscito di come la ricerca scientifica e quella criminologica possono e devono concorrere insieme al recupero e alla restituzione del patrimonio artistico e culturale. L’auspicio è che collaborazioni di questo tipo possano perpetuarsi nel tempo ed essere un monito e uno strumento educativo affinché l’arte non venga più lesa ma possa restare un bene per l’umanità. 

Maria Eletta Benedetti, Guest Blogger, ARCA

March 15, 2012

The Journal of Art Crime, Fall 2011: Noah Charney on The Art We Must Protect: Top Ten Must-See Artworks in Florence

In the Fall 2011 issue of The Journal of Art Crime, Editor-in-Chief Noah Charney features 10 artworks to protect in Florence: Michelangelo's David; Verrochio's David; Donatello's Mary Magdalene; Pontorno's Capponi Altarpiece; Bronzino's Chapel of Eleonora di Toledo; Giambologna's The Appenine; Michelangelo's Laurentian Library Steps; Masaccio's Holy Trinity; Cellini's Perseus; and Perugino's Pazzi Chapel Altarpiece.

Noah Charney is the Founder and President of ARCA and the Editor-in-Chief of The Journal of Art Crime. Recently a Visiting Lecturer at Yale University, he is currently Adjunct Professor of Art History at the American University of Rome. He is the editor of ARCA’s first book, Art & Crime: Exploring the Dark Side of the Art World (Praeger 2009). His latest book is The Thefts of the Mona Lisa: On Stealing the World’s Most Coveted Masterpiece (ARCA Publications 2011).

July 24, 2011

Elena Franchi on “Under the Protection of the Holy See: The Florentine Works of Art and Their Moving to Alto Adige in 1944”

Elena Franchi
Update: This is post has been republished with corrections.

On July 9, at ARCA's International Art Crime Conference, Elena Franchi presented her latest research on the protection of art in Florence during the Second World War, "Under the protection of the Holy See": the Florentine works of art and their moving to Alto Adige in 1944."

Ms. Franchi is the author of two books on the protection Italian cultural heritage during the Second World War: I viaggi dell’Assunta: La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali, and Arte in assetto di guerra: Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la seconda guerra mondiale. She has also been involved in a project on the study of the “Kunstschutz” unit. In 2009 she was nominated for an Emmy Award – “Research” for the American documentary The Rape of Europa, 2006, on the spoils of works of art in Europe during the Second World War.

"In Italy, at the beginning of the war in 1940, the movable works of art were subdivided into three classes of importance and sent to castles and villas in the countryside to protect them from the only danger to be expected: the air raids," Ms. Franchi told the audience. "The most important Florentine works of art were gathered in three deposits: Villa reale in Poggio a Caiano sheltered masterpieces from the Uffizi Gallery and Palazzo Pitti; Villa reale della Petraia housed precious sculptures; and Palazzo Pretorio in Scarperia protected the main works of art coming from churches and private collections."

At the end of the first year of the war, Ms. Franchi said, Poggio a Caiano was filled up and other deposit sites needed to be set up to shelter the important works. By 1943, Florence's mobile patrimony resided protectively in more than 20 storage sites.

On July 10, 1943, the Allied Forces landed in Sicily in "Operation Husky", and launched the Italian Campaign. "A frenetic moving of works of art from one deposit to another suddenly started, under heavy bombardment, even though fuel and means of transportation were hard to find," Ms. Franchi said.

Fifteen days later, Benito Mussolini was dismissed and Marshal Pietro Badoglio was appointed to head the government in his place. After the Armistice declared on September 8th between Italy and the Allied armed forces, the situation of the deposits became increasingly risky, Ms. Franchi said. In those days two military units began to operate in Italy for the protection of cultural property: the Monuments, Fine Arts and Archives Sub-Commission (MFAA) by the Allied Commission for Italy and the German Kunstschutz. Frederick Hartt, responsible for the MFAA in Tuscany, declared at the end of the war: "Italian authorities had done almost everything possible to protect their country's treasure against bombardment."

According to Franchi, and contrary to what many believe, the Nazis did not always steal the art work around them. Franchi argued that in the case of Florence, the Kunstschutz unit, the German military unit created to protect cultural property, worked with Italians Carlo Anti, the General Arts Director in the Ministry of Education, and Carlo Alberti Biggini, the Minister of Education, to move as much as possible to the north of Italy (controlled by the Italian Social Republic with Mussolini and the German occupation).

In June 1944, Biggini ordered to move the main works of art of Florence and Siena to the north of Italy, far from the battle line. But the difficulties of his journey made it clear that it was impossible to carry such precious shipment to the north.

Despite this order, at the beginning of July, the German Army evacuated the precious works of art belonging to Florentine Galleries from the deposit of Montagnana, since the battle line was approaching. The German Army also evacuated the deposit of Oliveto, unbeknownst to the Kunstschutz, the Italian Ministry and the Superintendency.

Kunstschutz got on the trail of the missing works of art and removed the works of art from the deposit of Poggio a Caiano, that was under the protection of the Holy See.

At the end, the Florentine works of art removed by German Army and Kunstschutz were all moved to two deposits to Alto Adige, that were entrusted to the local Superintendent and to German Kunstschutz until the arrival of the Allies in 1945.